Restauro
RESTAURO CONSERVATIVO EDIFICIO BACOLOGICO - Barbarano Vic. (VI)
Progettista e DD.LL. Arch. A. Rigon

L’edificio, di cui è stato eseguito il restauro del tetto, è un organismo di grandi dimensioni, eretto tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento, adibito a stabilimento bacologico fino agli anni trenta, attualmente sede di più unità commerciali. Innalzato sul sedime di più antiche costruzioni ( come attestano le mappe settecentesche), lo stabilimento bacologico è un organismo semplice nell’impianto come nei prospetti. Si compone di tre livelli (di 5 mt. Di altezza circa) sovrapposti, formati da un ampio ambiente rettangolare (di 8,5x3 mt.) E all’estremità occidentale e’ composto di una stanza più piccola e di un ampio vano scale. La struttura è in muratura mista intonacata di pietre e laterizio, solai lignei con tavolato semplice; tetto a capriate con due lucernari nelle falde meridionali. Le due facciate principali nord e sud si corrispondono con una sequenza di nove finestre rettangolari leggermente arcuate con cornici in pietra di Vicenza.” (dalla relazione tecnica allegata al progetto di “restauro degli annessi di villa Pedrina-Rigon, delle facciate della chiesetta del redentore e del tetto dell’ex stabilimento bacologico” del novembre 2000). L’intonaco esterno era fortemente degradato soprattutto nella facciata esposta a nord, in cui l’intera superficie si presentava annerita e coperta di efflorescenze, in più punti distaccata. Inoltre nei primi tre metri da terra è stato aggiunto uno strato di intonaco di cemento e una coloritura grigia. Le facciate sud, est ed ovest erano in molte parti prive di intonaco il quale risultava dilavato e con efflorescenze lungo le fasce sottostanti i pluviali. La presenza delle impalcature del cantiere di restauro del tetto avevano ulteriormente peggiorato lo stato dell’intonaco creando ulteriori zone di dilavamento. Le strutture murarie si presentavano in buono stato conservativo e non sono stati eseguiti interventi di consolidamento: l’intervento eseguito ha quindi eseguito la pulitura e il consolidamento dell’attuale intonaco esterno ove possibile ed il rifacimento di quello mancante o distaccato o irrecuperabile. Tolto dalle facciate sia i numerosi cavi aerei della linea elettrica comunale, con i relativi allacciamenti, di cui era stata predisposta la nuova linea sotto il marciapiede di viale crispi, sia i vecchi tubi di scarico ora inutilizzati nella facciata sud. Le numerose aperture (di dimensioni 30x15 cm) poste a pochi centimetri sotto e sopra i solai, in corrispondenza delle finestre, presumibilmente delle aperture di areazione per ottimizzare l’allevamento dei bachi da seta, sono state in parte chiuse da mattoni forati o completamente coperti dall’intonaco. Ove possibile sono state riportate in luce, quali elementi caratterizzanti l’edificio, la sua origine di opificio; gli elementi lapidei (cornici di porte e finestre) non presentavano gravi deterioramenti o lesioni: sono stati eseguiti trattamenti biocida e consolidamenti, pulitura e sostituzione di eventuali grappe e stuccature incompatibili; trattamento protettivo. Le inferriate delle aperture del piano terra sono state trattate contro la ruggine e riverniciate.

 
   
       
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